Nella notte del suo Natale, Gesù Bambino è apparso ad alcuni Santi che lo hanno preso in braccio con grande amore, gioia e tenerezza.
S. Francesco d’Assisi (1181/82-1226)
L’amore di S. Francesco per il Bambino Gesù è rimasto indelebilmente legato alla famosa celebrazione del Natale a Greccio, nel 1223. Era il 25 dicembre e Francesco, mentre arrivava dalla visita al Sultano D’Egitto, decise di fermarsi a Greggio. Quando arrivò nella città, cercò un piazzale per fare una capanna che rassomigliasse la grotta di Betlemme dove nacque Gesù, il suo cuore era pieno di tenerezza e con slancio lo mise atto con figure viventi. Incominciò a chiedere a tutti i pastori di Greccio di aiutarlo a costruire una stalla. La costruirono tutti insieme, poi cercarono un bue e poi un asinello da mettere tutte e due in un angolo cosi la stalla era pronta. Visto che era la notte di Natale, tutti gli abitanti di Greccio scesero in città a vedere cosa stesse succedendo. Poi Francesco chiese a una coppia di mettersi nella stalla come se fossero San Giuseppe e Maria e in mezzo a loro mise una piccola culla fatta di paglia dove sarebbe collocato Gesù bambino. Quando fu tutto pronto Francesco incomincio a cantare il Vangelo di Natale: “In quei giorni l’imperatore Augusto decise di fare censimento di tutti i popoli del suo impero…”– E quando Francesco arrivò alla frase che Maria diede alla luce il suo figlio Gesù e che poi lo avvolse in un panno povero, accadde un miracolo: nella culla di paglia arrivò Gesù bambino in carne e ossa in una luce splendente e bellissima per tutti i abitanti. Gesù era sceso tra tutti i poverelli con un sorriso splendente. Nacque così la bella e suggestiva tradizione del Presepio nel mondo cristiano in tutto il mondo. (Fonte: ilpoverellodassisi.jimdofree.com)
San Gaetano di Thiene (1480- 1547)
San Gaetano nella notte di Natale del 1516, stava pregando in Santa Maria Maggiore e precisamente nella cappella del Presepio, (dove si conservano, inseriti in una magnifica culla di materiali preziosi, alcuni legni della culla di Gesù) allorquando mosse, con gesto apparentemente illogico, le braccia verso l’immagine di Maria col Figlio. Successe allora l’incredibile: la Vergine Maria posò, sulle braccia tese di San Gaetano, «quel tenero fanciullo, carne e vestimento dell’eterno Verbo». Questo fatto straordinario è raccontato in una lettera, che lo stesso protagonista scrisse un mese dopo, alla suora bresciana Laura Mignani, donna di altissimi meriti. La visione, sempre su testimonianza del protagonista, si ripeté nelle due feste della Circoncisione e dell’Epifania. San Gaetano ne fu tanto grato che si confermò e si corazzò nella «immortal guerra contro i tre pestiferi nemici: la carne, il mondo e il demonio, da superare con l’aiuto della croce».
(Fonte: corrispondenzaromana.it)
San Pio da Pietrelcina (1887-1968)
Chissà quante volte nella sua lunga vita Gesù Bambino ha voluto far sentire al cuore del piccolo Francesco, del frate fra Pio e del sacerdote Padre Pio, le sante emozioni della beata notte di Natale. Il 24 dicembre 1922 una donna di Pietrelcina raccontò che era con altre tre terziarie francescane nella sacrestia della chiesetta antica. Le quattro donne aspettavano la mezzanotte per partecipare alla Santa Messa. Intanto attorno ad un braciere recitavano il Santo Rosario nell’attesa che Padre Pio e i suoi confratelli scendessero dalla clausura per dir Messa. Però un po’ per la stanchezza del viaggio, un po’ per la tarda ora, le donne si addormentarono. Padre Pio entrò in punta di piedi in sacrestia, dalla porticina interna e si diresse verso la finestra affacciandosi, come se cercasse qualcuno. Ad un tratto una luce abbagliò la sacrestia. Gesù Bambino scese dal Cielo per andare tra le braccia del Santo. La donna vide anche il Bambin Gesù vivo accarezzare Padre Pio. Poi sparì e il Santo, ritornato in sé dall’estasi, sa’accorse delle donne. Andò vicino a loro e notò che alcune dormivano mentre a quella che era rimasta sveglia domandò: «Ma tu hai visto qualcosa?». La donna rispose di sì. Il Santo, a quel punto, le raccomandò: «Non dire nulla. Tieni il segreto».E così fece”. (Fonte: padrepio.it)
Santa Faustina Kowalska (1905-1938)
Faustina Kowalska nella Messa di mezzanotte della Vigilia di Natale del 1937, ebbe una visione gloriosa del Bambino Gesù. Ne scrisse nel suo Diario, descrivendo ciò che accadde: “Quando giunsi alla Messa di Mezzanotte, subito fin dall’inizio m’immersi tutta in un profondo raccoglimento, nel quale vidi la Capanna di Betlemme inondata da tanta luce. La Vergine SS.ma avvolgeva nei pannolini Gesù, tutta assorta in un grande amore. San Giuseppe invece dormiva ancora. Solo quando la Madonna depose Gesù nella mangiatoia, la luce divina svegliò Giuseppe che si unì a lei nella preghiera. Dopo un po’ rimasi io sola col piccolo Gesù, che allungò le Sue manine verso di me ed io compresi che Lo dovevo prendere in braccio. Gesù appoggiò la Sua testina sul mio cuore e con uno sguardo profondo mi fece comprendere che stava bene accanto al mio cuore. In quel momento Gesù scomparve e suonò il campanello per la santa Comunione”.
(Fonte: it.aleteia.org)
Meditazione del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo (1882-1970)
“Il Dio-Bambino”
“Era perfettissimo, roseo come un bocciolo spuntato nell’inverno, soffuso di bontà, divino, santificante, inondante gioia. Egli era Dio. Era luce a se stesso e la sua splendida corte erano Maria e Giuseppe. Egli doveva stringere una novella alleanza col popolo suo, e nacque in una grotta di animali, deposto in una mangiatoia, piccolo, ma immenso nella fiamma del suo amore. … I pastori correvano, l’amore li sospingeva; il desiderio di vedere il Messia li animava… Si soffermarono un poco, proni per terra; esultavano, il cuore balzava loro quasi dal petto. Lo rapiva l’Infante divino… Maria fece loro un cenno; entrarono. Senza Maria non sarebbero mai entrati, poiché sempre Essa dona il Cristo alle anime. Si prostrarono, adorarono. Egli era la Verità, Maria la Sede della Sapienza, Giuseppe ne era il Custode fedele. … Videro il Bambino: era piccolino, roseo, bellissimo. Aveva la piccola chioma d’oro, gli occhi brillanti di bontà, le labbra sorridenti di amore. Si moriva d’amore innanzi a Lui, si inteneriva l’anima, si piangeva… Che pace da quella mangiatoia! Quale bellezza delicata e potente, dolcissima e maestosa, piccolina e più grande dei cieli!… Respiravano la grazia, l’anima si dilatava. Che amore! Non potevano staccarsi da quella grotta. Nessuna reggia era più bella. … Sollevarono gli occhi alla Mamma: era la misericordia dolcissima; a San Giuseppe, era la bontà vivente. Piansero, e sparsero lacrime fluenti sul volto del Bimbo; erano come la fusione dell’uomo peccatore col Redentore. … Albeggiava, dovettero partire. I pastori si sparsero per quella terra arrecando la lieta novella… Dio sceglie sempre gli umili per i grandi annunzi del suo amore.”