L'enciclica "Mense Maio" di Paolo VI: supplichiamo Maria in quest'"ora grave" della storia
Questa breve lettera enciclica del nostro caro santo Papa Paolo VI è stata pubblicata esattamente 55 anni fa, il 29 aprile del 1965, negli anni del Concilio Vaticano II, quando esso non si era ancora concluso. Il Pontefice, riflettendo sul Concilio, si mostra da un lato entusiasta e allo stesso tempo preoccupato della situazione dell’epoca. Entusiasta perché il Concilio, la più grande assise ecclesiale di tutti i tempi, che vedeva riuniti quasi 2500 vescovi, si avviava ormai alla conclusione. Era iniziato nel 1962 sotto il pontificato di San Giovanni XIII ed è terminato l’8 dicembre del 1965, sotto il pontificato appunto di papa Montini. Doveva essere, secondo le parole del Papa bresciano, «la grande ora di Dio nella Chiesa e nel mondo».
D’altra parte, era preoccupato perché avvertiva il rischio di una ricezione inadeguata delle direttive conciliari. Nella lettera emerge poi la sua preoccupazione, a pochi decenni da due devastanti guerre internazionali, per la pace tra le Nazioni, che sembrava nuovamente minacciata a causa dell’acutizzarsi della Guerra Fredda tra USA e URSS. Ricordiamo la crisi dei Missili cubani del 1962, che aveva portato il mondo sulla soglia di un terzo conflitto mondiale.
San Paolo VI, consapevole di questa «grave ora della Chiesa», chiede ai Vescovi che nelle loro Diocesi portino il gregge ad una maggiore devozione a Maria Santissima, che egli stesso aveva proclamato in quegli anni «Madre della Chiesa». Sono anni difficili anche da un punto di vista culturale poiché cominciano a prendere piede idee malsane che esaltano la libertà assoluta dell’individuo contro ogni autorità costituita e ogni legge morale. Ricordiamo che la Vergine a Fatima, nel 1917, aveva preannunciato che se la Russia non fosse stata consacrata al suo Cuore Immacolato, avrebbe sparso i suoi errori in tutto il mondo, errori basati su una visione atea e laicista dell’uomo e della società; In effetti, questi errori si sono diffusi portando degrado morale e distruzione del tessuto comunitario e familiare.
Paolo VI ci vuole anche dire, con questa lettera, che la pace è un dono di Dio, non una cosa che possiamo raggiungere con le nostre sole forze umane. Inoltre, egli ricorda che, se «le gravi colpe degli uomini pesano sulla bilancia della giustizia di Dio e ne provocano i giusti castighi», tuttavia Dio è «il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione» e «dei tesori della sua misericordia Maria santissima è stata da lui costituita ministra e dispensiera generosa».
Papa Montini perciò si affida alle preghiere degli innocenti e dei sofferenti che «disarmano la divina giustizia», raccomandando di pregare il Santo Rosario e di affidarsi più pienamente alla protezione della Vergine Santa. Anche noi, con gioia e con fiducia, accogliamo l’esortazione sempre attuale del nostro Papa bresciano, consapevoli che stiamo vivendo una «grave ora» nella storia della Chiesa e del mondo. Guardiamo a questo mese di maggio come a un tempo propizio che Dio ci dona, per ottenere, tramite la preghiera incessante del Santo Rosario, le Grazie che desideriamo e specialmente il trionfo del Cuore immacolato di Maria e la venuta del Regno di Dio.