La Divinum illud munus – “Dono divino” – è un’enciclica di papa Leone XIII, datata 9 maggio 1897, circa la presenza e le virtù dello Spirito Santo. Essa è suddivisa in 15 paragrafi, all’interno di 12 capitoli.
Il Pontefice scrive la Lettera in prossimità della solennità di Pentecoste, con lo scopo di approfondire l’azione dello Spirito Santo nella Chiesa e nelle anime con il dono dei suoi carismi.
Prima di entrare nel tema proposto, Leone XIII si sofferma sulla “Santissima Trinità”, “il mistero dei misteri, principio e fine di tutti gli altri”. Il Pontefice cita San Tommaso d’Aquino, il quale raccomanda prudenza nello scrivere o nel parlare della Trinità, in quanto mistero incomprensibile all’intelletto umano. Infatti egli afferma: “Il pericolo sta in ciò che nella fede e nella pietà non si confondano le divine Persone, e non si moltiplichi l’una natura, mentre la fede cattolica ci insegna a venerare un solo Dio nella Trinità e la Trinità in un solo Dio” [Simbolo “Quicumque”; Denz 75]. Inoltre, il Papa precisa che non esiste un giorno consacrato a una sola Persona ed anche la solennità di Pentecoste non riguarda lo Spirito Santo come spirato dal Padre e dal Figlio, ma ricorda semplicemente il suo avvento e la sua missione. Pertanto,la Chiesa istituì la festa della Trinità per non dare adito ai fedeli di “moltiplicare la divina essenza col distinguere le tre Persone”.
Sant’Agostino commentando le parole di San Paolo ai Romani: “Poiché da Dio, per Dio, in Dio sono tutte le cose, a Dio sia gloria per tutti i secoli” (Rm 11,36), scrive: “Non si deve prendere indistintamente ciò che l’apostolo distingue dicendo: da Dio, per Dio, in Dio; con la prima frase significa il Padre, con l’altra il Figlio, con l’ultima lo Spirito Santo”. Di qui l’uso nella Chiesa di attribuire al Padre le opere della potenza, al Figlio quelle della sapienza, allo Spirito Santo quelle dell’amore.
Papa Leone precisa che in ogni Persona sono presenti tutte le opere esterne, in quanto “indivisibili”, ma ciascuna ha il proprio carattere.“In tal modo il Padre, che è il principio della Trinità, è anche causa efficiente di tutte le cose, dell’incarnazione del Verbo, della santificazione delle anime.Il Figlio, Immagine del Padre, è causa per cui tutte le cose sono state create; Egli è via, verità e vita, è Colui che ha riconciliato l’uomo con Dio. Per ultimo, lo Spirito Santo, che è la bontà e l’amore del Padre e del Figlio, dà impulso e compimento all’eterna nostra predestinazione.
L’enciclica prosegue con il discorso dell’efficacia propria dello Spirito Santo; in modo particolare tratta dell’Incarnazione del Verbo, definendola “l’opera più grande che Dio abbia mai compiuto fuori di sé”. Infatti, il Vangelo dice che: “La Vergine si trovò incinta per opera dello Spirito Santo”. Dio si è fatto uomo per la nostra redenzione; con questo evento “la natura umana fu sollevata alla dignità di essere unita personalmente al Figlio, non per propri meriti, ma per pura grazia”. In Cristo esiste la pienezza di tutti i doni dello Spirito Santo, i tesori della sapienza e della scienza, annunciati dal profeta Isaia (Is 4,1; 11,2-3) e simboleggiati in quella colomba apparsa sul Giordano, nel momento del suo battesimo. A tal riguardo, il Pontefice cita Sant’Agostino, il quale scrive: “Cristo non ricevette lo Spirito Santo all’età di trent’anni; quando fu battezzato era senza peccato e aveva già lo Spirito Santo; solo che, nell’atto del battesimo prefigurò il suo corpo mistico, che è la Chiesa, in cui i battezzati ricevono in special modo lo Spirito Santo”.
L’azione dello Spirito Santo nella Chiesa
Papa Leone XIII afferma che “la manifestazione solenne del Paraclito nella Chiesa, concepita da Cristo, avvenne il giorno della Pentecoste, quando si posò sugli Apostoli riempiendoli di verità e carismi”. Così si è avverata la promessa fatta da Gesù prima di salire al Cielo: “Io ho ancora molte cose da dirvi, ma adesso non le intendereste; lo Spirito di verità, che vi manderò io, vi insegnerà tutto” (Gv16,12-13). Di conseguenza, lo Spirito Santo, durante i secoli, ha comunicato alla Chiesa l’essenza della verità ed ha operato la giusta assistenza affinché essa non possa incorrere in sbagli irreparabili. Inoltre, il Papa afferma che, essendo la Chiesa un mezzo di salvezza, “essa deve durare fino al tramonto dei secoli e lo Spirito Santo ne alimenta e ne accresce la vita”. Infatti, da Lui, sono costituiti i vescovi e i sacerdoti i quali, per singolare dono del Paraclito, hanno il potere di rimettere i peccati, come disse Cristo agli apostoli:«Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» (Gv 20, 22-23). Successivamente Leone XIII sottolinea che “se Cristo è il capo della Chiesa, lo Spirito Santo ne è come l’anima: ciò che è l’anima nel nostro corpo, lo Spirito Santo lo è nella Chiesa, corpo di Cristo”.
L’azione dello Spirito Santo nelle anime
L’enciclica affronta poi il delicato argomento dell’azione dello Spirito Santo nelle anime. Il Pontefice rileva che il Paraclito ha sempre agito nelle persone “giuste”, ancor prima della venuta di Cristo, ad esempio in Zaccaria, nel Battista, in Simeone; però questi “giusti” erano nella condizione di “servi”, perché intaccati dall’antico peccato. Dio, per amore delle sue creature, mandò il suo Figlio unigenito, il quale ha riscattato gli uomini con la sua passione, morte e risurrezione, stabilendo nell’uomo “un grado di nobiltà” maggiore rispetto a quello antecedente la rovinosa caduta, “essi perciò nelle sacre Scritture e dai santi dottori sono detti rigenerati, creature novelle, consorti della divina natura, figli di Dio, deificati, e così via”.
Papa Leone XIII sottolinea che gli uomini diventano figli di Dio attraverso il sacramento del Battesimo; con esso, dopo aver “cacciato lo spirito immondo”, per la prima volta, lo Spirito Santo entra nell’anima dell’uomo, rendendola somigliante a sé, perché “è spirito ciò che nasce dallo Spirito” (Gv 3,7). In seguito con la Cresima, viene “confermato” lo status di figli di Dio e lo Spirito è donato con più abbondanza, infondendo costanza e fortezza per vivere da veri cristiani, amanti ed eternamente riconoscenti a Dio Padre per il dono della sua grazia. L’Amore di Dio dimora nell’animo del giusto, come in un suo tempio, creando così un intimo rapporto.
Il Pontefice ricorda però che “anche negli empi il Padre e il Figlio dimostrano la loro potenza e sapienza, malo Spirito Santo, il cui carattere personale è la carità, dimora solamente nel giusto”.
L’enciclica prosegue affermando che: chiunque ha bisogno dei sette doni dello Spirito Santo, anche chi vive in grazia e opera con l’aiuto delle virtù. Infatti, l’uomo con essi riesce a seguire con più facilità e prontezza il volere di Dio. A questo proposito, Papa Leone XIII invita i predicatori e i parroci a spiegare “diligentemente al popolo la dottrina cattolica sullo Spirito Santo, dilungandosi chiaramente sui molti e grandi benefici che ci sono venuti e continuamente ci vengono da questo divin Donatore, dissipando così ogni errore o ignoranza che tanto sconviene ai figli della luce”.
Il Pontefice, poi, esorta tutti i fedeli ad amare lo Spirito Santo, perché è Dio. Esso è il primo, sostanziale, eterno Amore e non vi è cosa più amabile dell’amore; perciò è necessario che tale amore non sia condizionato, ma deve essere realmente sentito nell’intimo del cuore. Pertanto, la dimostrazione migliore della sua veridicità consiste nel saper fuggire il peccato.
Inoltre, Papa Leone XIII afferma che per un cristiano non basta resistere allatentazione, ma deve saper risplendere in ogni virtù, soprattutto nella purezza e nella santità, tenendo ben presente che il corpo è tempio dello Spirito Santo.
L’enciclica, infine, invita a pregare lo Spirito Santo, che è fonte inesauribile di luce, di fortezza, di consolazione, di grazia, affinché doni la forza necessaria per vincere il combattimento con i nemici e con il peccato e ci aiuti a raggiungere la Meta eterna.
Concludendo, il Pontefice consiglia di chiedere costantemente l’intercessione di Maria Santissima affinché Dio esaudisca le nostre preghiere, in quanto sposa immacolata dello Spirito Santo. Infatti, la Vergine con la sua preghiera cooperò sia al mistero dell’incarnazione sia all’avvento del Paraclito sopra gli apostoli.