Salmo 119,105
«Perché mi dovrei confessare? Non ho ucciso, non ho rubato, non ho fatto male a nessuno!».
Capita ogni tanto di ascoltare questo ritornello. Va detto che chi dice questo probabilmente non ha mai capito bene né cosa sia veramente il peccato né cosa voglia dire essere cristiani. A chi pensa di non avere peccati sulla coscienza e per questo non si accosta mai al confessionale è consigliabile la meditazione del vangelo di questa domenica.
Gesù reinterpreta i “dieci comandamenti” e ci fa capire, ad esempio, che il “non uccidere” non riguarda solo la vita fisica, ma anche le nostre relazioni quotidiane. Ascoltiamo: «Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai… Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio». Qui “l’asticella si alza!” perché il cuore del vangelo è il comandamento dell’amore: «Ama il prossimo tuo come te stesso». Un cristiano che insulta o giudica un fratello va contro questo comandamento e quindi commette un peccato contro l’amore e – come insegnava san Tommaso d’Aquino – i peccati più gravi sono quelli contro l’amore! Quindi, prima di dire “Non ho mai ucciso nessuno” dovrei farmi un bell’esame di coscienza e chiedermi: «Ho sempre amato tutti? Ho tolto la mia benevolenza a qualcuno causandogli volutamente sofferenza? Se ho litigato con qualcuno, ho cercato poi di riconciliarmi?».
Nel vangelo odierno Gesù ci vuole fare capire che Dio «guarda al cuore», non all’apparenza (cfr. 1Sam 16,7) e che i Dieci Comandamenti non vanno mai separati dall’Amore totale per Dio, che si concretizza nell’amore sincero verso il prossimo. È l’amore la chiave di lettura di ogni precetto del Decalogo. È vero anche il contrario: per amare veramente bisogna osservare i comandamenti! È una menzogna tipicamente moderna dire che “ciò che conta è solo amare” e per il resto ognuno deve fare ciò che vuole! Senza i comandamenti l’amore umano è inautentico, inquinato e instabile. Il Decalogo è come uno “scudo” che custodisce l’amore dai dardi del demonio, che lo vuole corrompere e soffocare. Ecco perché il testo stupendo della prima lettura si apre con le parole: «Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno!»
Vogliamo che l’amore sia solido e che si irrobustisca sempre di più? Ecco la strada: mettiamo al centro Dio osservando i comandamenti, a cominciare dal mettere in pratica “con il cuore” il terzo comandamento: «Ricordati di santificare le feste». Amen.