COMMENTO ALLA PAROLA DEL GIORNO

"Lampada per i miei passi
è la tua Parola,
luce sul mio cammino"

Salmo 119,105

 

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

«La preghiera che attraversa le nubi»

COMMENTO ALLA PAROLA
DEL 23 OTTOBRE 2022

don Francesco Pedrazzi

Sir 35,15-17.20-22 Sal 33 2Tm 4,6-8.16-18 Lc 18,9-14

Sarebbe bello poter vedere la faccia di coloro a cui Gesù ha raccontato la parabola del pubblicano e del fariseo. Vedremmo certamente espressioni sbigottite, un misto tra sgomento e stupore. Per cogliere l’effetto dirompente di questo racconto, possiamo provare ad attualizzarlo.

Immaginiamo una persona perbene, fedele ai suoi impegni familiari e lavorativi, che frequenta la Messa domenicale e sovviene alle necessità della Chiesa; inoltre, immaginiamo che questa persona sia molto religiosa, che preghi molto e digiuni, come facevano i grandi Santi.  Poi, immaginiamo un’altra persona, un poco di buono, che ha la fama di essere un ladro, uno che si è arricchito alle spalle della povera gente. Queste due persone entrano in una chiesa a pregare. Alla fine Gesù dice che a Dio non piace la preghiera della persona perbene, mentre gradisce quella del manigoldo. com’è possibile?

La chiave per comprendere questo testo è l’introduzione: «Gesù disse questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri». Ecco il punto: a Dio interessa il cuore, non l’apparenza. La preghiera del pubblicano è gradita a Dio perché ha l’umiltà di riconoscere che la sua vita è sbagliata e gli chiede aiuto, dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore!». La preghiera del fariseo, invece, non è gradita a Dio perché è un atto di auto-esaltazione e al contempo di disprezzo. La vita onesta e religiosa paradossalmente lo ha insuperbito e lo porta a guardare gli altri dall’alto in basso. Un cristiano deve sì impegnarsi ad essere onesto, devoto e generoso, ma deve guardarsi come la peste dal “lievito dei farisei” che è la SUPERBIA, che lo porta a giudicare gli altri con disprezzo! Proprio quando la nostra condotta di vita ci sembra buona, dobbiamo guardarci da questa che è la più insidiosa delle tentazioni, che ci rende “sgraditi” agli occhi di Dio, ma anche agli occhi degli uomini! «Il Signore ha in orrore ogni cuore superbo!» (Pro 16,5). Sant’Agostino insegnava: «È stato l’orgoglio che ha trasformato gli angeli in diavoli; mentre è l’umiltà che rende gli uomini simili agli angeli».  Dio non ascolta la preghiera del superbo (cfr. Gc 4,6), mentre la preghiera dell’umile e del povero «attraversa le nubi»! (cfr. Sir 35,21|Prima lettura). Amen.

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