Salmo 119,105
Nella prima lettura troviamo l’immagine di un terribile combattimento “in cielo”: «Scoppiò una guerra nel cielo», si legge in un versetto omesso nel testo liturgico.
La guerra in cielo è «tra Michele e i suoi angeli» e un enorme «drago» rosso. Il drago, «colui che è chiamato diavolo e il Satana», viene sconfitto e precipitato sulla terra. A quel punto risuona un cantico di lode in cui si proclama che satana, «l’accusatore» dei fratelli, è stato vinto «grazie al sangue dell’Agnello»… Quando il drago si vede precipitato sulla terra, inizia a «perseguitare la donna che aveva partorito il figlio maschio». Ma la donna trova rifugio «nel deserto» e qui viene nutrita. Allora il drago va a «fare guerra contro il resto della discendenza [della donna]…».
È una visione al contempo grandiosa e terribile, che dice la realtà più vera e profonda della storia umana dopo la venuta di Cristo. Una realtà che non possono cogliere gli storici, ma solo gli occhi illuminati dalla luce del Verbo. Una realtà che, peraltro, spiega, i milioni di morti dovuti alle persecuzioni cristiane e l’ostilità verso la Chiesa, che è andata crescendo specialmente a partire dal secolo dei Lumi.
Due i protagonisti di questa lotta: la donna vestita di sole e un enorme drago rosso. Il drago è satana e vorrebbe distruggere la donna, ma senza successo. Allora continua la sua guerra contro la sua discendenza.
La donna vestita di sole, come ha precisato in un’omelia Benedetto XVI, rappresenta al contempo Maria e la Chiesa. Maria, ha detto Benedetto, è «vestita di sole, cioè [è vestita] di Dio, totalmente; … vive in Dio, totalmente, circondata e penetrata dalla luce di Dio. Circondata dalle dodici stelle, cioè dalle dodici tribù d’Israele, da tutto il Popolo di Dio, da tutta la comunione dei santi, e ai piedi la luna, immagine della morte e della mortalità. Maria ha lasciato dietro di sé la morte…».
Maria ha messo la morte e il peccato sotto i piedi, in virtù della risurrezione di Cristo. È il mistero dell’Assunzione di Maria Santissima che oggi celebriamo: ella non ha conosciuto la corruzione del sepolcro! È la Nuova Eva sottratta alle conseguenze del peccato originale. Il drago infernale, perciò, non può nulla contro di lei.
La donna rappresenta Maria, in quanto vittoriosa sul male e sulla morte, in Cristo, e al contempo la Chiesa pellegrinante, discendenza della donna, che sta ancora combattendo contro il drago infernale. La Chiesa soffre per il travaglio del parto, perché il suo compito è lo stesso di Maria: donare al mondo la Luce vera, Gesù Cristo, ma è un compito che il demonio cerca in tutti i modi di ostacolare. La Chiesa trova un rifugio sicuro “nel deserto”, dove viene nutrita della Santa Eucaristia. Il legame profondo tra Maria e la Chiesa, nell’immagine dell’Apocalisse, è rappresentato dalla corona di dodici stelle, che rappresentano il popolo di Dio: Israele, con le sue dodici tribù, e la Chiesa, fondata sulle dodici colonne degli Apostoli.
La visione dell’Apocalisse proclama il legame profondissimo tra la Santa Vergine e la Chiesa nella lotta contro lo spirito del male. Insegna il Concilio Vaticano II: «La Madre di Gesù, come in cielo, in cui è già glorificata nel corpo e nell’anima, costituisce l’immagine e l’inizio della Chiesa, sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione…» (cfr. 2 Pt 3,10)» (Lumen gentium n. 68).
La grandezza di Maria, come emerge dal cantico del Magnificat, va ricercata nella sua “umiltà”, nel fatto che nel suo Cuore immacolato non c’è mai stato una sola traccia di orgoglio. Per questo Dio l’ha resa vittoriosa sul male: il suo Cuore Immacolato è una “fortezza inespugnabile” ed è il vero “deserto” in cui la Chiesa trova rifugio sicuro dalla furia dell’Accusatore.
Il vangelo della Visitazione, oggi proclamato, attesta altresì che siamo vittoriosi con Maria quando la imitiamo donando la nostra vita nel nel sollecito servizio dei fratelli che sono nel bisogno. La disponibilità a servire con gioia è il segno concreto di un cuore vittorioso su satana.
Oggi la guerra tra il drago è la donna sembra avere raggiunto un’intensità senza precedenti. Ne era convinto san Giovanni Paolo II, quando – pochi mesi prima della sua elezione al Soglio pontificio – affermava: «Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai avuto. Penso che la comunità cristiana non l’abbia ancora compreso del tutto. Noi siamo oggi di fronte alla lotta finale tra la Chiesa e l’anti-chiesa, tra il Vangelo e l’anti-vangelo».
Con queste ultime espressioni sono da intendere il tentativo del drago di ingannare gli uomini con una dottrina che si richiama solo apparentemente al vangelo ma che in realtà è una negazione del vangelo. Come evitare di essere ingannati in questi tempi di grande confusione?
Scriveva san Massimiliano Maria Kolbe, il santo che abbiamo festeggiato ieri, un grande innamorato di Maria Santissima: «L’obbedienza, ed essa sola, è quella che ci manifesta con certezza la divina volontà. È vero che il superiore può errare, ma chi obbedisce non sbaglia». Obbedire vuol dire anteporre la volontà di Dio alla nostra e – come annotava lo stesso san Massimiliano Maria – «Dio manifesta ordinariamente la sua volontà mediante i suoi rappresentanti sulla terra».
In questo consiste la vera e perfetta imitazione di Maria, come precisa ancora il Montfort: nell’imitare «le virtù della Vergine Santa», in particolare la sua «umiltà profonda» e la sua «obbedienza cieca» (Cfr. Trattato della vera devozione a Maria, n. 108). L’obbedienza cieca è quella di un bambino che si fida dei genitori anche quando vogliono condurlo in un posto che non conosce, perché sa di essere amato e che quindi con loro è al sicuro da ogni male. È credere con tutto il cuore che il timone della storia – nostra, della Chiesa e del mondo – è in mano a Dio. Il frutto dell’obbedienza è la pace, mentre il frutto della disobbedienza è il clamore, la mormorazione, la critica e l’inquietudine.
In questa guerra contro le forze del male anche noi siamo al sicuro se rimaniamo uniti alla Chiesa de ai suoi pastori, ci nutriamo frequentemente del pane del Cielo e ci mettiamo ogni giorno sotto la protezione di Maria, come si legge in un’antica preghiera: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen!».