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Con gli occhi al Cielo

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  • Articolo pubblicato:29 Luglio 2020
  • Categoria dell'articolo:Giovani Santi

Mio Dio ho due mani, fa che una sia sempre stretta a Te sicché in qualunque prova io non possa mai allontanarmi da Te, ma stringerti sempre più; e l’altra mano, ti prego, se è tua volontà, lasciala cadere nel mondo…perché come io ho conosciuto Te per mezzo di altri, così anche chi non crede possa conoscerti attraverso di me.                                                           Estratto della poesia:” Perché” scritta da Matteo Farina.

La vita di Matteo

Matteo Farina nasce ad Avellino il 19 Settembre 1990. Passa la sua infanzia a Brindisi circondato dall’amore dei genitori, della sorella Erika e degli amici.  Cresce in una famiglia normalissima che sente e vive profondamente la fede cristiana e che riesce a trasmetterla al piccolo Matteo, introducendolo da subito nella vita comunitaria della Parrocchia ”Ave Maris Stella”, a cui Matteo rimarrà sempre legato.

  • Il sogno

Matteo è un bambino allegro, solare  ma al contempo è mite, affabile e dolce.  Durante la sua infanzia un evento lo colpisce in modo particolare: tra il 2 e il 3 gennaio del 2000 sogna Padre Pio. Il santo gli dice che se è riuscito a capire che chi è senza peccato è felice, allora egli dovrà dirlo anche agli altri in modo che più persone possano andare in Paradiso. Decide così di entrare a far parte del gruppo di preghiera della sua Parrocchia, dedicato al Santo di Pietralcina.  

La Fede è in lui un dono, anzi, il Dono che più di tutto vive con il suo atteggiamento scevro da ogni forma di superficialità e leggerezza. Già a nove anni mostra una conoscenza del Vangelo insolita per quell’età. Mai si staccherà dal desiderio di conoscere e approfondire la Parola per poter meglio aderire ad essa.

  • La malattia

 Matteo cresce e mentre sta frequentando le scuole medie compaiono i primi sintomi di una brutta malattia al cervello.  Infatti, nel settembre 2003, a causa di forti attacchi di mal di testa e di problemi alla vista, parte con i propri genitori e lo zio Rosario, per una serie di controlli, dapprima in Italia e successivamente presso la clinica INI di Hannover in Germania, dove viene sottoposto ad un intervento di biopsia al cervello. In questo periodo inizia a scrivere un diario perché spera di “riuscire a dare gioia e forza a chi ne ha bisogno”, definendo quello che sta vivendo come “una di quelle avventure che cambiano la tua vita e quella degli altri. Ti aiuta ad essere più forte e a crescere, soprattutto, nella fede (…) Questo è il diario di un bambino tredicenne in un’esperienza spettacolare (…). Ed è proprio il bello di questa avventura: sembra un sogno, ma è tutto vero”.

  • Devotissimo alla Madonna: si consacra al Cuore Immacolato con i primi sabati del mese

Dopo una degenza di circa due settimane ad Hannover, Matteo torna a casa,  convinto che sia tutto finito. Gli esiti degli esami, purtroppo, indicano un edema esteso nella zona temporo-occipitale destra del cervello, al di sotto della quale si sospetta la presenza di cellule maligne. Ciò nonostante, Matteo riprende la sua vita normalmente, impegnandosi con fervore negli esami di terza media. Inoltre si rafforza in lui il suo amore per la “Madonnina”, tanto da consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria con la pratica dei primi sabati del mese, e ritrovando piena consolazione e forza nelle parole della Madonna di Fatima.

  • Attento ai lontani e abbandonato agli inattesi progetti di Dio

Sempre fedele al vivere quotidianamente la Parola di Dio, Matteo crea un fondo per le missioni africane del Mozambico.  Appassionato di computer, si iscrive all’ ITIS “G. Giorgi” di Brindisi, tuttavia la malattia si fa sentire ancora e Matteo deve ritornare in Germania per sostenere il primo intervento di craniotomia per l’asportazione di un tumore celebrale di terzo grado. È il gennaio 2005 e Matteo affronta tutto con un abbandono incondizionato a Dio e al rispetto della sua volontà.

  • Un “infiltrato tra i giovani” per contagiarli con l’Amore di Dio

Dopo 40 giorni di chemio e radioterapia,  Matteo rientra a Brindisi avendo come sua prima preoccupazione la serenità dei suoi familiari. Terminato il biennio, il ragazzo si trasferisce all’ITIS “Majorana”, per coltivare e approfondire la sua passione per la chimica, potendo così studiare la perfezione dell’atomo, in cui percepisce la grandezza di Dio. Il 19 settembre 2005 compie 15 anni e così scrive in una sua riflessione : “Mi piacerebbe riuscire ad integrarmi con i miei coetanei senza essere costretto a imitarli negli sbagli. Vorrei sentirmi più partecipe nel gruppo, senza però dover rinunciare ai miei principi cristiani. È difficile. Difficile ma non impossibile”. All’interno della sua compagnia Matteo si sente come un infiltrato tra i giovani per contagiarli di una malattia senza cura: l’Amore. 

In questo periodo riesce a dedicarsi alla sua grande passione: la musica, con la formazione di un gruppo, i “No Name”, di cui è il cantante. Non si allenta, tuttavia, il forte legame con  il Signore, anzi Matteo avverte la presenza e la guida di Gesù in ogni sua scelta. Ancora non gli è chiaro cosa il Signore voglia da lui; si sente attirato verso il sacerdozio, ma è consapevole delle sue difficili condizioni di salute. Tuttavia la nell’aprile 2007 Matteo si fidanza con  Serena, che definisce “il dono più bello che il Signore potesse dargli”, vivendo con lei una relazione di amore puro, fondata sui principi cristiani. 

  • Verso il Paradiso

La malattia nel frattempo non era scomparsa e  nell’autunno del 2008, mentre Matteo si appresta a frequentare l’ultimo anno delle scuole superiori, è costretto nuovamente a partire per Hannover perché, dai controlli periodici, risulta esserci una seconda recidiva.  Dopo alcuni mesi,  i medici decidono di far tornare a casa Matteo, data, ormai, la constatata impotenza della medicina. Così rientra a Brindisi con una paralisi al braccio e alla gamba sinistra, come conseguenza delle operazioni a cui è stato sottoposto. Pur costretto ad utilizzare la sedia a rotelle per muoversi, continua a dimostrare tanta forza e, soprattutto, tanta fede, affidando tutto al Padre e ripetendo spesso: “Dobbiamo vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo, ma non nella tristezza della morte, bensì nella gioia di essere pronti all’incontro con il Signore!”.

Alla fine del mese di marzo, a causa di una forte febbre e della sopraggiunta diminuzione della funzionalità degli arti, Matteo viene ricoverato all’ospedale, dove riceve la visita e la benedizione pasquale da parte dell’Arcivescovo Mons. Rocco Talucci. I medici, non potendo far più nulla per lui, consigliano il ritorno a casa. Matteo, ormai, ha solo brevi momenti di lucidità. Riceve la sua ultima Comunione il 13 aprile 2009. Sempre fedele al suo amore per il Signore, per la “Madonnina” e per il suo prossimo, pur non potendo più esprimersi con le parole, Matteo accetta di offrire la sua grande sofferenza per la salvezza delle anime.  Muore il 24 aprile 2009. Il processo di beatificazione è stato aperto il 19 settembre 2016.

Poesia: Pace (scritta da Matteo durante la malattia)

Cos’è questa fantastica gioia?

mi riempie il cuore, sono estasiato…

non riesco a dire niente, nessun suono,

se non brevi e soffici mugolii con i quali cerco di far partecipare il mio corpo

a quest’estasi dell’anima…

Che pace!

Sento il bisogno di pregare come di respirare;

che momento… vorrei non finisse mai.

Vorrei affrontare così tutte le vicende della mia vita. 

Un tuffo nella mia anima, sento i battiti del mio cuore…

 ognuno vuole essere un inno di lode a Dio, ma non ho fiato per gridare… 

vorrei poter descrivere questo momento… ma non trovo altre parole.

I segni più corretti mi sembrano i punti di sospensione …

Volti all’infinito…

Che pace!

Cosa dev’essere il Paradiso?

Cosa dev’essere Dio? …

UN LIBRO PER APPROFONDIRE

Con gli occhi al Cielo… la storia di Matteo“, Libellula Edizioni, 2020.

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